Prima di tutto, un ringraziamento all'autore originale, rayrae118. Tutto questo non esisterebbe senza di lui/lei. Quando ho raccontato di questa storia, alcuni amici mi hanno chiesto di tradurla per intero... Così eccoci qui. Il racconto originale lo trovate qui: Another-Little-White-Lie . (lo sapete che a FF non piacciono i link)

Vi anticipo che è una trilogia di racconti... Tra il finire il mio Always together (di cui devo nuovamente cercare un nuovo beta) e tradurre questo che si compone di oltre 151mila parole... xD se volete dare una mano fischiate. Se alcune parole le trovate attaccate chiedo scusa in anticipo, ma chi mi ha corretto la traduzione me lo ha girato in pdf e trasformandolo in word ha fatto qualche casino

Anyway... eccovi la storia


Jimmy fece un respiro profondo quando scese dalla navetta. Non sapeva cosa sarebbe successo, ma doveva essere meglio di quello che si era lasciato alle spalle. Doveva ancora stare attento al modo in cui si muoveva, poiché i suoi lividi facevano ancora male e il petto era rigido, entrambi ricordo della "lezione" che Frank gli aveva dato dopo che il poliziotto lo aveva portato a casa e aveva spiegato che la sua auto era nient'altro che metallo contorto in fondo a un burrone.

Si protesse gli occhi dal sole splendente e fu sorpreso di sentire chiamare il suo nome, soprattutto perché le persone che lo chiamavano sembravano davvero eccitate.

"Jimmy!"

Jimmy si riprese dallo shock e si diresse verso il gruppo di quattro persone che stavano in disparte.

Sua zia non perse tempo nell'afferrarlo in un forte abbraccio e Jimmy fece del suo meglio per non sussultare, anche se non si sforzò di ricambiare il gesto.

La donna fece un passo indietro, sorridendo.

"Jimmy, è così bello rivederti! Probabilmente non ti ricordi di me. Non ci vediamo dal matrimonio di mia sorella con il tuo patrigno. Sono Marie, questi sono mio marito Terry e i tuoi cugini, Cory e Lisa."

Fece un gesto al resto della famiglia, che salutò.

Terry si fece avanti per offrire la mano al nipote, ma si fermò bruscamente quando vide che il bambino cercava di scappare al tocco.

Dopo un silenzio imbarazzante in cui Jimmy pensò cosa dire, Marie si limitò a sorridere, facendo cenno a tutti di dirigersi verso l'auto, uno dei tipici fuoristrada utilizzati sul pianeta dalla maggior parte di coloro che abitavano nelle zone agricole alla periferia della città. In città la gente preferiva camminare o usare modelli molto più piccoli ed eleganti.

Terry afferrò la borsa di Jimmy e la mise nel bagagliaio del veicolo prima di salire e iniziare a guidare. Il viaggio trascorse troppo lentamente per Jimmy, che non sapeva come interagire con persone che in realtà sembravano entusiaste di essergli vicino. Marie cercò di coinvolgerlo, raccontandogli della loro casa, ma lui rispondeva a qualsiasi domanda con grugniti e alzate di spalle.

Cory raccontò della scuola che avrebbero frequentato entrambi, apparentemente non scoraggiato dal silenzio del ragazzo più grande mentre Lisa guardava suo fratello ed il cugino con un sorriso, aggiungendo qualche commento qua e là con la tipica innocenza infantile. Aveva solo cinque anni dopotutto e non capiva molto a parte il fatto che Jimmy sarebbe rimasto con loro per un po'.

Arrivarono abbastanza presto alla piccola fattoria e Jimmy seguì silenziosamente gli zii mentre gli facevano fare il giro, mostrandogli la cucina, il soggiorno, lo studio ed il bagno, indicando alcuni edifici all'orizzonte e promettendo un tour migliore il giorno dopo, prima di portarlo al piano superiore per mostragli la loro camera da letto, insieme alle stanze di Cory e Lisa, l'altro bagno ed infine la sua stanza.

Lo lasciarono lì, dicendogli di prendersi tutto il tempo e che la cena sarebbe stata pronta in un paio di ore.

Una volta da solo nella sua nuova stanza con la porta chiusa, Jimmy si rilassò leggermente. Si trovava in un luogo sconosciuto, con una famiglia che ricordava a malapena. Fino a quando non avesse saputo cosa volevano da lui, avrebbe mantenuto le distanze.

Seduto sul suo nuovo letto, Jimmy si morse il labbro, sentendo una fitta alle costole in via di guarigione. Essere lontano da Frank era sicuramente un sollievo, ma allo stesso tempo, almeno sapeva come comportarsi quando viveva con quel cazzone del patrigno. Marie e Terry sembravano simpatici, ma sapeva di non poter abbassare la guardia.

Jimmy avvicinò la borsa e cominciò a rovistarci dentro. Tuttavia non era preoccupato di dover disfare i bagagli: dubitava che queste persone lo volessero intorno per troppo tempo. Non dopo aver avuto modo di conoscerlo, e capire quanto fosse davvero un mostro. Quanto fosse incasinato. Dopotutto, c'era un motivo se Frank lo trattava in quel modo, giusto? C'era un motivo se Sam se ne era andato, e perché sua madre non poteva passare più di cinque minuti in una stanza con lui. Giusto?

Questi pensieri divorarono rapidamente il resto del pomeriggio e presto Marie lo chiamò per la cena. Jimmy ascoltò le chiacchiere intorno a lui, mangiando a malincuore le lasagne.

"Jimmy?"

Jimmy alzò lo sguardo sorpreso, Marie sorrise dolcemente, cercando di nascondere la sua preoccupazione per il giovane nipote. "Va tutto bene? Se non ti piace, va bene, abbiamo altro che puoi mangiare."

Jimmy scosse la testa con forza. "Sto bene", rispose con calma.

Marie annuì e tornò al proprio piatto, mentre Terry continuò il racconto della giornata nei campi, spiegando contemporaneamente a Jimmy un po' di quello che aveva fatto. Terry, insieme alla maggior parte dei coloni che vivevano nella zona agricola, lavoravano i campi. Marie trascorreva la maggior parte della giornata a casa, badando a Lisa, che era ancora troppo piccola per andare a scuola.

A pasto finito, i bambini furono congedati: Cory andò a finire i compiti mentre Lisa andò a giocare. Marie si mise a pulire la tavola; Jimmy sedeva goffamente mentre Terry osservava. Jimmy sembra essere un bambino molto ombroso, timoroso di far arrabbiare lui e Marie. Non gli era stato detto molto dalla cognata, Winona, prima che l'ufficiale della Flotta Stellare perdesse la pazienza e urlasse alla sorella di prendere il "maledetto moccioso" in modo che suo marito non avesse a che fare con lui.

L'avversione di Jimmy di far arrabbiare gli adulti non faceva altro che gridare all'abuso, Terry dovette sforzarsi di non reagire a quel pensiero. Nessun bambino avrebbe dovuto avere paura in casa sua.

Una volta che Marie ebbe sparecchiato, si sedette di nuovo accanto al marito. "Jimmy, vorremmo stabilire alcune regole di base, solo così puoi sapere cosa ci si aspetta da te. Capisco che questo sia un grande cambiamento." Aspettò finché Jimmy annuì esitante, sentendo il suo cuore stringersi per la paura mal mascherata nei suoi occhi. "Per prima cosa, ci aspettiamo che tu tenga in ordine la tua stanza. Non deve essere perfetta, ma non può nemmeno sembrare sia passato un uragano. Va bene?"

Jimmy quasi sorrise mentre annuiva.

Marie sorrise quando la mano di Terry trovò la sua sotto il tavolo, continuò: "Cory e Lisa hanno entrambi dei compiti che devono svolgere ogni settimana, quindi ridistribuiremo l'elenco e tu li aiuterai."

Jimmy annuì per la terza volta, rilassandosi un poco. Finora, le regole non erano niente di male. Poteva gestirle; aveva sicuramente fatto abbastanza pulizie, con tutto l'alcool che Frank amava consumare: qualcuno doveva raccogliere le bottiglie vuote, altrimenti l'uomo si sarebbe solo arrabbiato di più.

Terry si spostò sulla sedia, prendendo coraggio dalla moglie, sapendo che avrebbero dovuto agire con molta attenzione riguardo a Jimmy rispetto a come facessero con i loro figli. "So che sei piccolo, senza dubbio ti piacerà passare del tempo fuori, giocando con gli altri bambini, ma insistiamo che tu finisca i compiti prima di divertirti, ok?"

Jimmy quasi sbuffò, ma si trattenne, sapendo che né Terry né Marie avrebbero capito. Nessuno sapeva infatti che si fosse diplomato alle superiori a sette anni, né che avesse completato la sua seconda laurea solo poche settimane prima. Proprio prima che suo fratello decidesse che nemmeno Jimmy era un motivo sufficiente per restare ed era scappato di casa, facendo scatenare la decisione di Jimmy di prendere ciò che non apparteneva a Frank e assicurarsi che non potesse più fingere il contrario. Forse non era stato uno dei suoi momenti migliori, ma era arrabbiato, ferito e sconvolto. Perché Sam non poteva portarlo con sé?

Jimmy annuì e Terry sorrise leggermente. "Domani ti porteremo a scuola e ti iscriveremo. Hai un anno più di Cory, quindi probabilmente sarai in prima media. Ma qui l'istruzione è diversa da quella sulla Terra. Si dividono per abilità, non età. Questo rende le classi migliori e più costruttive."

Jimmy annuì di nuovo, chiedendosi cosa avrebbero pensato di lui. Si chiedeva quante volte avrebbe sentito la parola 'mostro' rivolta a lui nei prossimi giorni, aveva pensato di fingersi scemo per distogliere l'attenzione da sé stesso, ma sapeva non ci sarebbe mai riuscito. Il suo orgoglio non lo avrebbe permesso.

I due adulti lo congedarono dopo essersi assicurati che non avesse domande, Jimmy non perse tempo nel tornare nuovamente nella sua nuova camera, rilassandosi una volta chiusa la porta contro eventuali intrusi.

Tirò fuori un pigiama e si cambiò il più velocemente possibile, trattenendo il respiro mentre toglieva la maglietta, sentendo ancora una volta dolore dalle costole.

Senza nient'altro da fare, si infilò semplicemente a letto e chiuse gli occhi, cercando di dormire. Il sonno però non arrivò rapidamente, poiché i ricordi delle ultime settimane gli tornavano in mente: dalla guida dell'auto giù per la scogliera – inclusa quella frazione di secondo in cui aveva effettivamente pensato di seguirla – al poliziotto che lo trascinava a casa, alla lezione di Frank sulla disciplina e al risveglio in ospedale il giorno dopo. Sua madre aveva deciso che lei e Frank non potevano più occuparsi di lui, dopo pochi giorni in ospedale, un assistente sociale gli fece visita informandolo in un tono monotono, che sua madre aveva firmato i documenti per passare la potestà genitoriale alla sorella, lui sarebbe partito per la colonia di Tarsus IV appena dimesso. Jimmy percepì quanto l'impiegato statale fosse oberato di lavoro e sottopagato, che non fosse interessato minimamente al suo caso o semplicemente sul motivo per cui fosse finito in ospedale in primo luogo.

Jimmy non aveva detto più di dieci parole da quella degenza in ospedale. Era stato un viaggio molto imbarazzante sulla nave; probabilmente era il più giovane a bordo in quanto la nave si era fermata su altri pianeti prima di giungere su Tarsus. Era rimasto da solo per l'ultima tappa e il capitano, intuendo il suo interesse, gli aveva fatto fare il giro, spiegandogli le apparecchiature e il suo ruolo a bordo. Jimmy non aveva detto nulla all'uomo, ma era grato per la piccola distrazione: il passato ed il futuro incerto.

Durante il giro nei ricordi, Jimmy si addormentò, perché la prima cosa che riconobbe successivamente fu Marie che bussava alla sua porta per svegliarlo.

"Jimmy, la colazione è quasi pronta."

Jimmy grugnì, alzandosi in fretta e quasi cadendo per le vertigini. Sentì la donna camminare lungo il corridoio per andare a svegliare i cugini, non appena la stanza smise di girare intorno a lui, prese la borsa e dei vestiti per la giornata.

Pochi minuti dopo, vestito in jeans e maglietta, Jimmy scese le scale e si fermò vicino al tavolo, esitando.

Marie gli sorrise, mettendo un piatto colmo di frittelle davanti alla sedia vuota.

"Non devi aspettare, Jimmy. Mangia finché è caldo."

Jimmy si morse il labbro ignorando lo sguardo amichevole e si sedette iniziando a giocare con il cibo nel piatto, tagliando le frittelle con la forchetta e mangiandone un boccone ogni tanto.

Marie, osservandolo mentre preparava gli altri piatti, non poté fare a meno di provare la stessa preoccupazione che aveva provato la sera prima. Jimmy era un bambino molto tranquillo, anche se ogni tanto si intravedeva qualcosa, nascosto sotto la superficie, che suggeriva non fosse così silenzioso per natura; più che altro sembrava non volesse provocare una sorta di punizione. Era una osservatrice, aveva colto i sussulti, i sobbalzi ed il modo troppo attento con cui si teneva. Sapeva che era stato dimesso dall'ospedale poco prima di arrivare a Tarsus, ma a differenza di quell'assistente sociale apatico, era più interessata al motivo per cui ci era finito in primo luogo. Aveva incontrato Frank una sola volta, al matrimonio di Winona, ma solo quell'incontro era stato sufficiente per innervosirla. C'era qualcosa… di strano in quell'uomo. Era sembrato pericoloso, in qualche modo.

Terry, Cory e Lisa raggiunsero Jimmy poco dopo e una volta che Marie li ebbe serviti, si sedette.

Jimmy aveva saputo la sera prima che Terry di solito era fuori al lavoro prima che tutti gli altri si svegliassero, ma quella mattina sarebbe andato con la sua famiglia a scuola, in modo che lui e Marie potessero esserci per Jimmy.

Finita la colazione, Marie mandò Cory di sopra a preparare la cartella, mentre puliva Lisa – la bambina di cinque anni aveva sciroppo ovunque, dai capelli fino ai piedi.

Jimmy non aveva niente per la scuola, quindi rimase seduto al tavolo ad aspettare. Diverse volte prese fiato come per parlare, senza però farlo.

Terry posò la tazza di caffè e si rivolse a suo nipote. Intuiva che il ragazzo volesse dire qualcosa. "Jimmy, va tutto bene?"

Jimmy si morse il labbro, guardando in basso. Gli ci volle un minuto per farsi coraggio, ma alla fine parlò, sempre guardando il tavolo. "Andrebbe tutto bene… voglio dire, pensi… non potresti non dire il mio cognome a nessuno?"

Terry e Marie, che avevano finito di sistemare Lisa ed erano seduti al tavolo si scambiarono uno sguardo confuso.

"Perché no?" Marie chiese gentilmente.

Jimmy si morse ancora il labbro e scrollò le spalle. "? solo che non voglio che la gente sappia di…"

Si fermò, ma Terry pensò di aver capito e si spostò sulla sedia. "Va bene," concordò. "Utilizzeremo il nostro cognome quando ti iscriveremo oggi."

Jimmy annuì, l'ombra di un sorriso apparse sul suo viso. "Grazie", sussurrò dolcemente.

Marie si alzò e appoggiò delicatamente una mano sulla sua spalla, stringendo leggermente mentre cercava di ignorare il leggero scatto. "Perché non finisci di prepararti? Dobbiamo partire presto."

Jimmy annuì e lasciò la stanza, dirigendosi al piano di sopra e lasciando soli gli adulti.

Marie e Terry si guardarono, sentendosi completamente costernati. Non sapevano come trattare un ragazzo che scattava a tutto e parlava a malapena. Pensavano di poter capire perché non voleva che la gente sapesse che era un Kirk però. Avere lo stigma di un padre famoso sulle spalle doveva essere difficile. Inoltre, Marie sapeva che sua sorella aveva problemi con il figlio più piccolo, tutti derivanti dal fatto che fosse nato in seguito alla morte del marito e lui, più di Sam, assomigliava molto al padre.

Cory tornò per primo, dando ai genitori qualche minuto per spiegargli la richiesta di Jimmy. A suo merito, l'undicenne non fece domande.

Una volta tornato Jimmy, che ora sfoggiava una felpa con il cappuccio sopra la maglietta, la famiglia partì per la scuola, Lisa in braccio a sua madre e i ragazzi che camminavano fianco a fianco tra i genitori di Cory.

La scuola era a quindici minuti a piedi, con gli adulti che indicavano a Jimmy qualsiasi cosa interessante e nominavano i cari vicini. Cory fu molto felice di indicare le case degli amici, entusiasta di presentarle al cugino.

Cory lo salutò mentre andava in classe, Marie e Terry condussero Jimmy all'ufficio amministrativo per l'iscrizione.

Terry prese l'iniziativa e Jimmy ben presto si trovò a fare i test di ingresso per determinare in quale livello sarebbe stato inserito.

Un'ora dopo, il preside guardò il ragazzo e i tutori, seduti dall'altra parte della scrivania. "Signore e signora Spaulding, è un piacere rivedervi." Poi sorrise al bambino. "Signor Spaulding, non ci siamo ancora presentati. Sono Jeremy Winters, il preside." Jimmy annuì, senza dire nulla. Imperterrito, il preside continuò: "volevo parlare un po' con tutti voi dei punteggi nei test di James."

"Jimmy."

Il signor Winters annuì. "Jimmy, I tuoi punteggi nei test sono fuori dalla scala. In che classe eri nella tua vecchia scuola?"

Jimmy scrollò le spalle. "Non ho davvero motivo di frequentare," si trattenne, senza incrociare lo sguardo di nessuno. "Non che io abbia mai imparato niente di nuovo." Probabilmente avrebbe dovuto dire loro di aver già finito le superiori, ma pensava avrebbe ricevuto abbastanza sguardi, non c'era bisogno di attirare più attenzione del dovuto.

Il signor Winters si fermò un momento, prima di annuire. "Beh, qui mettiamo gli studenti in classi in base alle loro abilità, piuttosto che per età. Penso non avremo problemi a metterti nel gruppo più avanzato. C'è un altro ragazzo della tua età, quindi avrai un po' di compagnia."

Jimmy si rianimò un po', sentendo che non sarebbe stato il più piccolo della classe.

Il signor Winters fece firmare a Marie e Terry alcuni moduli indicanti il consenso al collocamento di Jimmy e alcune altre necessità. "Ora, richiediamo ad ogni studente due corsi facoltativi. Abbiamo alcune opzioni, tra cui lingue, arte, musica ed educazione fisica, che vengono presi in considerazione solo dopo la seconda superiore."

Jimmy ci pensò su per un momento, prima di decidere per arte e lingue.

Il signor Winters annuì, prendendo nota nel PADD di fronte a lui. "Offriamo diverse opzioni per le lingue. Sfortunatamente, non è così vario come vorremmo, ma siamo limitati agli insegnanti che abbiamo a disposizione. Le scelte sono tra andoriano e tellarite."

Jimmy scelse Andoriano, quindi dopo che il signor Winters lo aggiunse al programma del nuovo studente, terminò la riunione e gli fece fare un giro.

Marie e Terry, chiedendo e ricevendo una risposta negativa sul fatto che Jimmy volesse o meno che rimanessero, presero Lisa e se ne andarono, promettendo di essere lì quando la scuola fosse finita.

Il signor Winters era molto ansioso di mostrare la struttura al ragazzo. James Spaulding era brillante, come mostravano i test, Jeremy amava incontrare quel tipo di ragazzi. La loro scuola era molto più progressista di quelle sulla Terra, cosa che piaceva a molti. Piuttosto che raggruppare in base all'età, volevano che gli studenti allo stesso livello di apprendimento fossero tutti insieme. Jeremy sentiva che questo creava un ambiente di apprendimento migliore. Se in qualsiasi momento durante l'anno avessero ritenuto che un bambino apprendesse più lentamente o più velocemente dei compagni di classe, sarebbe stato messo nella classe appropriata.

Mostrò a Jimmy la mensa, l'area ricreazione all'aperto, il parco giochi e alcune altre sale comuni, come la palestra e l'aula di musica, prima di accompagnare Jimmy alla lezione programmata e presentarlo all'insegnante - la signora Greer – e agli altri studenti. La maggior parte aveva 17 o 18 anni, sebbene ce ne fossero uno o due di qualche anno più giovani.

La signora Greer fece immediatamente sedere Jimmy accanto ad un altro ragazzino della sua età, sorridendo. "Jimmy, questo è Tom. Se hai domande, sono sicura sarà felice di aiutarti."

Jimmy annuì, prendendo posto e ascoltando mentre la signora Greer tornava alla lezione. Sembrava una lezione di storia e Jimmy consultò il programma datogli dal preside. Stavano discutendo di Storia della Federazione al momento, Primo contatto con i Vulcaniani per l'esattezza. Niente di nuovo per Jimmy, ma era esperto a dare l'impressione che prestasse attenzione, quindi continuò a studiare il suo programma.

Avevano matematica, seguita da Letteratura inglese, fisica e arte. Domani aveva lezioni diverse e poi il giorno dopo lo stesso programma di oggi.

La classe passò relativamente velocemente e, nonostante conoscesse già l'argomento, Jimmy si trovò interessato.

Tom si presentò immediatamente come si deve non appena suonò la campanella, prendendo le sue cose e conducendo Jimmy verso l'aula di matematica, parlando un miglio al minuto camminando, entusiasta di avere qualcuno della sua età in classe.

Raggiunsero la stanza con qualche minuto di anticipo, così i due dodicenni continuarono a parlare. Beh, Tom parlò principalmente, ma Jimmy rispose a tutte le domande, mantenendo le sue risposte il più concise possibile.

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Il primo giorno di Jimmy trascorse tranquillo. Era sorpreso che nessuno degli studenti più grandi non provasse risentimento per lui, come era successo nella vecchia scuola – non era stato nella loro classe, ma questo non aveva impedito loro di prendere in giro il bizzarro bambino di 7 anni, genio. Erano stati tutti quei commenti e le prepotenze che fecero decidere a Jimmy di fare di nascosto il test per le superiori.

Chiese a Tom dello strano comportamento mentre uscivano insieme dalla scuola.

Tom scrollò le spalle. "Gli insegnanti sono abbastanza bravi ad individuare rapidamente quel tipo di comportamento. E onestamente, siamo una comunità piuttosto unita. La maggior parte dei bambini che abitano in periferia viene a scuola qui; c'è un'altra scuola in città, quindi non interagiamo molto con loro. Ma qui fuori, la maggior parte dei nostri genitori lavora insieme nei campi, quindi ci conosciamo tutti. Ci sono stati un paio di incidenti nel corso degli anni, ma niente di grave." Guardò Jimmy, preoccupato. "Se qualcuno dice o fa qualcosa, dillo al signor Winters o ad un insegnante, se ne occuperanno immediatamente."

Jimmy annuì prima di salutare e di raggiungere il cugino, che era al fianco di Marie, Terry e Lisa.

La passeggiata verso casa portò molte domande su come era andata la giornata, con Jimmy che usò più parole di quante ne avesse usate dal suo arrivo sul pianeta, anche se non erano molte, in ogni caso.

"Qual è la tua materia preferita?" Chiese Marie curiosamente, volendo coinvolgere suo nipote nella conversazione.

Jimmy si morse il labbro. "Matematica e scienze", rispose, tenendo lo sguardo per terra davanti a sé. Marie sorrise. "Fantastico. Perché ti piacciono così tanto?"

Jimmy scrollò le spalle. "Sono coerenti. Ha senso. Due più due fa sempre quattro." Marie sollevò il sopracciglio. "Questo è molto filosofico."

Jimmy sembrava imbarazzato ora, e continuarono il cammino verso casa in silenzio.

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La settimana seguente trascorse facilmente, Jimmy era stupito che, non solo si fosse fatto degli amici e si fosse integrato davvero tra gli altri ragazzi, ma anche che alla gente sembrasse davvero piacere. Tom era diventato un amico velocemente, sempre con il sorriso, chiacchierando incessantemente di tutto ciò che Jimmy aveva perso da quando si erano separati il giorno prima. Avrebbe potuto infastidire Jimmy, se non avesse saputo che il suo nuovo amico voleva sinceramente includerlo nella sua vita. Come si è scoperto, i genitori di Tom lavoravano nella stessa sezione di Terry nei campi, Marie e Terry parlavano entrambi con affetto dei Leighton. Erano felici che Jimmy stesse facendo amicizia, e Tom era un bravo ragazzo, anche se non lo conoscevano così bene – poteva avere la stessa età di Cory, ma era parecchie classi avanti rispetto al figlio a scuola, quindi non c'era molta interazione.

Gli insegnanti impararono velocemente che Jimmy Spaulding non aveva bisogno di molta attenzione, quindi tendevano a lasciarlo in pace durante le lezioni. Più di un insegnante si chiese se avesse davvero senso che il bambino andasse a scuola.

Dopo alcuni giorni, Marie e Terry si sentirono abbastanza sicuri da permettere ai due cugini di andare e tornare da scuola da soli – non era qualcosa che avevano preso in considerazione quando c'era solo Cory, ma con due di loro si sentivano più tranquilli, specialmente quando Jimmy ebbe fatto il tratto di strada ripetute volte.

Era passata poco più di una settimana dall'arrivo sul pianeta di Jimmy, quando incontrò qualcuno che avrebbe cambiato la sua vita per sempre. Cory stava trascorrendo il pomeriggio con uno dei suoi amici, e Tom – che aveva iniziato a camminare con loro per parte del tragitto, dato che la sua casa era nella stessa direzione – aveva un progetto di scienze da finire, che richiedeva la sua permanenza a scuola. Jimmy aveva già finito il compito, come al solito. Non aveva mai dovuto dedicare molto tempo ai compiti a casa. Gli piaceva particolarmente la lezione di letteratura inglese: stavano leggendo Shakespeare. Si era unito a loro mentre finivano Romeo e Giulietta e ora stavano facendo Amleto… La maggior parte della classe sembrava pensare che non avesse molto senso, considerando che l'uomo era vissuto centinaia di anni prima e aveva scritto in uno stile che nessuno riusciva più a capire, ma Jimmy amava l'azione, l'intrigo e soprattutto, il senso di nobiltà e dignità nella scrittura.

Mentre passava davanti ad una piccola, modesta casa bianca a un piano, si fermò improvvisamente, sentendo imprecare, ma decisamente non in inglese.

Sbirciò attraverso la siepe lungo il piccolo cortile anteriore e vide una donna anziana che lottava per sollevare qualcosa che sembrava essere caduto.

Jimmy non esitò ad andare ad aiutarla.

Una volta che ebbero sistemato quello che Jimmy poteva vedere essere un grosso barile parzialmente riempito d'acqua, la donna si raddrizzò, asciugandosi un po' il sudore dalla fronte.

"Grazie, giovanotto", disse, sorridendo al ragazzo corso in suo aiuto.

Jimmy annuì, ricambiando il sorriso. La donna raccolse ancora una volta il tubo che stava usando per riempire il barile quando era caduto.

Jimmy esitò un momento. L'aveva aiutata, probabilmente avrebbe dovuto andarsene, ma qualcosa lo stava trattenendo.

La donna alzò lo sguardo. "Beh, non restare lì impalato. Portami quella borsa." Fece un cenno verso un sacco appoggiato alla casa, e Jimmy obbedì.

Passò il resto del pomeriggio ad aiutare la vecchietta; sembrava stesse costruendo un nuovo giardino, e Jimmy era impegnato a spargere terra e a trapiantare fiori dai vasi al terreno.

Poche ore dopo, la donna lo invitò a bere qualcosa. Beh, non era tanto un invito quanto un ordine, ma a Jimmy non importava. Aveva sete.

Bevve un bicchiere d'acqua a tempo di record, posando il bicchiere sul tavolo mentre studiava la donna con cui aveva passato il pomeriggio. Era più grande, probabilmente dell'età dei suoi nonni, se fossero stati ancora vivi. Sembrava essere di origine asiatica ed i suoi occhi erano intriganti mentre prendevano il bicchiere vuoto, lo riempiva di nuovo e lo restituiva al suo giovane ospite.

"Grazie," disse Jimmy, sorseggiando dal bicchiere. "Io sono Jimmy, comunque." La donna annuì, sorridendo. "Hoshi Sato."

Jimmy si fermò di colpo, spalancando gli occhi. "Assolutamente no", sussurrò. "Sei l'Hoshi Sato che ha servito con Archer sull'Enterprise?"

Il sorriso di Hoshi aumentò, vedendo l'entusiasmo infantile. Lei annuì. "Lo sono", confermò. "Qual era la lingua in cui imprecavi prima?" Chiese Jimmy con entusiasmo.

Hoshi ridacchiò un po'. "Klingon", rispose lei.

"Me lo puoi insegnare?" chiese Jimmy, senza lasciarla finire di parlare.

"Ti interessano le lingue aliene? Xenolinguistica?" Chiese Hoshi incuriosita. Jimmy inclinò la testa di lato. "Xenolinguistica?" Ripetè, scandendo la parola.

Hoshi sorrise e annuì. "Xenolinguistica. Studio delle lingue aliene, morfologia, fonologia e sintassi." Jimmy scrollò leggermente le spalle. "Forse", si limitò a dire. "Penso che le lingue siano interessanti."

Hoshi studiò il ragazzo per un momento, pensando. Alla fine, annuì. "Prima il vulcaniano. Se lo padroneggi, vedremo."

Jimmy sorrise, annuendo in assenso.

Hoshi inclinò la testa, con decisione. "Ogni giorno, dopo la scuola. Salta un giorno e abbiamo finito. Hai capito?"

Jimmy annuì nuovamente, sembrando più eccitato di quando era arrivato sul pianeta. "Ci sarò, te lo prometto!" gridò mentre prendeva la sua borsa e correva fuori dalla porta. "Non te ne pentirai!" echeggiò mentre scompariva per la strada.

Hoshi lo guardò allontanarsi, ancora ridacchiando. Si era ritirata su Tarsus per avere un po' di pace e tranquillità, qualcosa che dubitava di vedere con quel ragazzo che gironzolava in giro adesso, ma c'era qualcosa nel suo desiderio di imparare… e le faceva desiderare di passare un po' di tempo con lui.